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Scritto da Dott. Luca Poli

Il Ministero della Giustizia ha fatto sapere che fra pochi giorni sulla Gazzetta Ufficiale verrà pubblicato un decreto che avrà il compito di “correggere” il D.M. 180/2010 mediante il recepimento di alcune istanze degli operatori del settore.

Il testo definitivo non è stato ancora reso pubblico ma, tenuto conto di quanto indicato dall’Ufficio legislativo del Ministero e dai rilievi del Consiglio di Stato, le principali novità dovrebbero riguardare la formazione e le competenze dei mediatori, i costi del procedimento e la vigilanza.

Nello specifico, in base al nuovo decreto:

a) i neo-mediatori dovranno svolgere una sorta di tirocinio formativo che prevede la partecipazione ad almeno 20 procedimenti come co-mediatore prima di poter esercitare l’attività autonomamente;

b) i conciliatori ed i formatori già operativi beneficeranno di ulteriori 6 mesi di tempo per conformarsi alle nuove previsioni e, quindi, per confermare la loro abilitazione;

c) gli Organismi di mediazione dovranno indicare nei regolamenti i criteri di assegnazione delle controversie. Tali criteri dovranno tener conto dell’esperienza, della laurea e dei titoli professionali del mediatore.

d) la vigilanza sugli Organismi di mediazione e sugli enti di formazione verrà affidata all’Ispettorato Generale del Ministero della Giustizia;

e) nei procedimenti in “contumacia”, fermo restando l’obbligo della redazione del verbale, dovranno essere applicate delle tariffe minimali.

In ogni caso pare non sia stato inserito alcun riferimento alla presenza obbligatoria dell’avvocato. Bisognerà quindi attendere ancora un po’ per vedere questa importante modifica che il Ministro Alfano aveva promesso al Consiglio Nazionale Forense.

Come detto, queste sono delle indicazioni di massima e solo con la pubblicazione del testo definitivo sarà possibile verificare la reale portata delle correzioni al D.M. 180/2010. Inoltre, bisogna ricordare che la Consulta deve ancora pronunciarsi in merito alla legittimità della mediazione come causa di improcedibilità.

In conclusione, non ci resta che attendere i prossimi mesi quando dovrebbe delinearsi con maggiore chiarezza il futuro della mediazione.