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scritto da Dott. Alberto Russo

L'innovazione è diventata la "mot du jour" nel dibattito su come l'UE possa operare la sua via d'uscita dalla crisi finanziaria in corso. Il futuro europeo dell'industria high-tech dipenderà in larga misura dalle piccole e medie imprese (PMI), che rappresentano circa il 95% delle imprese. Le tecnologie dell'informazione possono contribuire a ridurre i costi, attivare processi di sviluppo più efficienti e portare i prodotti sul mercato più rapidamente che in passato. Da un punto di vista pratico, questo può significare cose semplici, come la fatturazione elettronica e i sistemi elettronici di pagamento, così come l'uso di programmi di “computer-aided designed” potrà rendere il lavoro di ingegneri e architetti più dinamico e meno “labour-intensive”.

Ad oggi la Commissione ha potuto constatare che la maggior parte delle più innovative società di ICT sono le piccole imprese, le quali sono in grado di sviluppare nuove soluzioni tecnologiche in settori di nicchia che, attraverso un’efficace integrazione nella “value chain” del sistema della grande distribuzione, sono in grado di ammodernare e rendere più efficienti i servizi offerti ai consumatori attraverso le attuali piattaforme commerciali.

Le principali barriere ad un uso ottimale delle nuove tecnologie della società dell’informazione sono date dalle limitazioni allo sfruttamento della banda larga roll-out e dalla necessità di formazione del personale. Per far fronte a queste questioni, l'UE – in accordo ai principi fissati nel Small Business Act del 2008 (COM 2008 n. 394) – ha recentemente adottato una serie di iniziative volte ad implementare le competenze degli operatori economici sulla materia, attraverso l'istituzione di una task force sulla competitività nel settore ICT e sulla fatturazione elettronica, nonchè mediante il lancio di una comunicazione sulla e-Skills e di un preciso programma per il rafforzamento delle reti a banda larga.